Marketing politico: la lezione americana
Qualche giorno fa mi soffermavo sull'immobilismo della comunicazione politica. Come dicevo, trovo un po' riluttante l'approccio di marketing alla politica per tutte le annose questioni di rispetto per gli elettori, ideologia, etc etc.
In ogni modo seguo sui canali satellitari, con moderato interesse, la campagna politica americana e mi rendo conto che forse sono anacronistico io (eppure ho solo 30 anni!). Gli USA, si sa, hanno "inventato" il concetto di marketing applicato ad ogni aspetto della vita. Vederlo però "messo in atto" nelle varie uscite politiche di Obama o Hillary è particolare. Il considerare gli elettori come clienti da "attrarre" one shot, solo per questa volta, e il partito come il brand che l'elettore/cliente deve attrarre. Praticamente i politici mirano a creare brand loyalty attorno al prodotto/partito.
Ecco quindi che dietro un partito, dallo studio del logo (brand), dall'uso dei colori, al pay-off, alla campagna di comunizione per veicolare il brand ci sono le stesse strategie messe in atto per la creazione di un prodotto (media planning compreso).
Vedere Hillary Clinton che attraversa gli Stati Uniti con un mega camper e che in ogni città che attraversa scende dal van indossando la felpa della locale università o della squadra di baseball o di football è la rappresentazione dell' instore marketing, geolocalizzato, che si usa per ogni prodotto commerciale.
Benvenuti nel liberismo delle ideologie.
Etichette: campagna comunicazione, comunicazione politica, creare brand loyalty, instore marketing, marketing politico
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