La vendetta del marketer
Cari colleghi (suona molto altisonante!) vi capisco. Lo so perchè ci sono dentro anche io. Siamo una categoria d'incompresi, almeno in Italia. Mi riferisco proprio alla nostra professione.
Breve incipit; l'Italia da buon capofila della vecchia Europa (centrale) vive in quella sorta di limbo atemporale dove si vuol dare l'idea di essere al passo con i tempi ma con la testa girata verso il passato. Vogliamo e ci atteggiamo a "moderni" ma quando possiamo diciamo di essere fieri di essere tradizionalisti. Qui risiede il grande compromesso italico? Bhò non so ed in questa sede non mi interessa, comunque sia la nostra professione ancora non viene recepita come "utile all'azienda".
Per fare un esempio estremo, quando in occasioni informali mi presento dicendo "mi occupo di marketing" molte persone agee mi chiedono "Interessante, ma cosa è nello specifico?" Oramai dico che curo l'ufficio vendite (se mi sentisse il mio Prof di marketing!) così almeno non devo continuamente argomentare la mia professione. Per mia nonna lavoro semplicemente "in ufficio" così almeno si rassicura :)
A parte gli scherzi qui in Italia mi sento un marziano e quando incontro qualche collega ho notato che ci rapportiamo reciprocamente come due indiani sioux intenti a parlare in una riserva del Nebraska. Mi dispiace dirlo ma dove invece il marketer ed il pubblicitario vengono considerati per veri professionisti ed "osannati" per la loro utilità nel processo produttivo, sono ancora una volta gli USA.
In aiuto mi è venuto un articolo letto questa mattina che riporta i 50 migliori mestieri per gli americani: il marketing è al sesto posto, l'advertising manager all'undicesimo, PR, copywriter e account tra il ventesimo ed il ventiseiesimo; tra l'altro ben pagati!
Mi sa che 'sta Green Card in qualche modo la devo prendere!
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