domenica, gennaio 22, 2006

Marketing sportivo. Parte 1

Essendo italiani ed essendo domenica non possiamo esimerci dallo spettacolo del calcio.
Lo sport popolare per eccellenza con milioni di estimatori e migliaia di detrattori.
Per quanto mi riguarda, i tempi delle domeniche in curva sono finiti. Ho saltato la barricata e mi sono trasformato in quello che, ai tempi della curva, era il mio peggior nemico: il tifoso da poltrona.
La vita è fatta di tempi e di periodi, quindi se a 20 anni è giusto lasciarsi andare ad atteggiamenti anche estremi, alla soglia dei 30 emergono altre priorità mentre i gusti migliorano e si acquisisce uno sguardo più maturo verso le varie sfaccettature della vita.

Proprio queste considerazioni mi hanno portato a ragionare su alcune esternazioni di “addetti ai lavori” dell’ambiente calcistico; manager che affermano che il marketing sportivo in generale e quello calcistico in particolare si racchiudono, soltanto, nell’acquisto di giocatori importanti, che a loro volta sono la leva per vendere le rispettive maglie e che “aiutano” la singola società a negoziare, in maniera più fruttuosa, i contratti televisivi.

Ma è possibile che questo ambito sia così ristretto? Per conoscere un mercato bisogna studiarlo; così insegnano durante i master di marketing. E’ per questa ragione che vengono studiate le case history . Come fa un marketer ha sviluppare politiche, ad esempio per il calcio, se non è mai entrato in una curva e quindi senza conoscere le dinamiche che animano il tifo e la passione. E’ assurdo basare le politiche e le campagne di marketing sulla base di studi sociologici e psicologici (spesso psicologia delle masse) per il semplice fatto che sia i sociologi sia gli psicologi non vivono gli stadi per redigere i loro studi, ma si basano semplicemente su cliché pre-impostati appresi dai libri.

Ora, quindi, per sviluppare campagne di marketing sportivo bisogna iniziare ad affidarsi a professionisti e strumenti che siano “figli” di ogni singolo sport.
Per quanto riguarda il calcio, ad esempio, non bisogna più pensare che “comprando il campione” il tifoso acquista la maglia (quindi sviluppa merchandising) sottoscrive l’abbonamento (incassi allo botteghino) e quindi permette alla società di “rivendersi” questo patrimonio nel momento di contrattazione televisiva.

Il marketing sportivo deve essere solamente passion-related ; legato e correlato alla passione…

posted by Andrea Signori @ 22.1.06   0 comments