Siamo tutti giornalisti
Leggo che dalle ultime statistiche nasce un blog ogni secondo e gli analisti prevedono che di questo passo, qualora la febbre "blog" continuasse a restare alta, entro il 2021 il neonato "citizen journalists" produrrà qualcosa come metà delle notizie mondiali.
Molte redazioni di quotidiani stanno iniziando ad investire sull'online, ma non intesa come pubblicità ma come redazioni low cost composte da blogger. Riportavo, lo scorso Marzo, la notizia in base alla quale il Washington Post ha messo in programma di tagliare, per l'anno solare 2006, circa 80 posti di giornalisti della redazione centrale.
Ancora ieri leggevo che Conde Nast, uno dei maggiori publisher di magazine a livello mondiale, sta iniziando a far migrare, implementando le redazioni web, molte proprie testate su internet data la tendenza dei lettori ad approfondire sul web le notizie apprese sulla carta stampata.
I quotidiani preferiranno affidarsi a blogger locali per reperire notizie in giro per il mondo piuttosto che avere a libro paga dei giornalisti e dei corrispondenti diretti con tutte le spese, dirette ed indirette, che ne conseguono. Inoltre i singoli blogger attraggono pubblicità ed hanno una propria base di lettori cosicchè il quotidiano può altresì tagliare le spese per le campagne advertising in loco.
Secondo un recente studio di Project for Excellence in Journalism, (ma anche secondo molti altri!): "...audiences are moving from old media such as television or newsprint to new media online."
Per tutti coloro i quali hanno fatigato a prendere l'agognato tesserino da giornalista rispondo, ironicamente, parafrando la frase di un celebre film di Verdone, Compagni di Scuola: "...te ce soffi er naso così risparmi un Kleenex"
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