La comunicazione è nostra!
Lungi dall'essere un dato di fatto, è soltanto l'ultimo trend dei pubblicitari. Non esiste più una strategia di comunicazione, un progetto di marketing o una pianificazione pubblicitaria che non metta l'utente al centro delle proprie attenzioni.
Le aziende si sono scoperte di un tratto "amorevoli" verso i propri clienti. Ecco quindi il processo comunicativo canonico: fonte----> messaggio ----> ricevente, si frammenta ed anche l'utente può diventare la fonte. Come fare ciò? Grazie ad internet ed ai blog.
Nel dicembre 2005 è nato YouTube, il sistema di condivisione di video realizzato dagli utenti. Il pay off del sito spiega già tutto, broadcast yourself; il 99% dei blog sparsi per la rete utilizza e diffonde video presi da YouTube su tutto il web. Come era prevedibile, e come accade spesso, le buone idee creano proseliti. In questo caso specifico, oltre gli esempi provenienti da ogni parte del mondo, mi interessa focalizzare l'attenzione su quanto avviane in Italia.
Questa mattina ho infatti ricevuto una mail da Libero (il portale ovviamente!) dove mi veniva presentata l'ultima idea: Libero Video. A parte il plauso per l'oginalità del nome (!) mi sono chiesto: ma non è una regola del mercato quella di non inflazionarlo per evitare di disperdere le risorse (utenti) tra tutti i servizi gemelli?
In Libero, se lo hanno realizzato avranno sicuramente ragionato sul fenomeno "upload my video"; per quanto mi riguarda, se proprio voglio diffondere un mio video (pensate se fossi un'azienda e volessi diffondere un prodotto), lo "carico" su un sito che raccoglie milioni di utenti da ogni parte del mondo; o no?. A ben guardare però, Libero Video sarà utile a quelle aziende che vogliono diffondere il proprio brand localizzandosi specificatamente sul territorio italiano, in fondo siamo nella fase glocal della comunicazione.
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